IL CONTRABBASSO
Strumento sempre più frequentemente soggetto ad amplificazione, il contrabbasso appare come un dinosauro nell’era moderna.
Da 500 anni il suo aspetto è sostanzialmente immutato e forse, più degli altri membri della famiglia degli archi, si sforza di restare al passo coi tempi rimanendo, tra mille fatiche, ancora attuale e ricercato nei più disparati ambiti musicali.
La tecnologia, l’evoluzione dei linguaggi e dello strumentismo gli richiedono, però, sempre di più la comodità e la maneggevolezza nell’essere suonato e trasportato ed è questo, credo, lo sforzo maggiore che debba fare il liutaio contemporaneo: aiutare questo dinosauro a circolare ancora negli ambienti musicali di tutto il mondo.
Carlo Bergonzi 1746
Questo contrabbasso, opera di uno dei più importanti maestri liutai del 18’ secolo è di proprietà del Conservatorio Santa Cecilia di Roma e viene, sotto la disciplina dei maestri docenti della cattedra di contrabbasso, usato da sempre per le lezioni di strumento,
Io stesso, da allievo del Conservatorio, ho avuto il privilegio di poterci studiare sopra.
Le foto sono state scattate da me durante un periodo di permanenza dello strumento nel laboratorio di liuteria del conservatorio, dovuto ad incollaggi della cassa e piccola ricostruzione della palette superiore della effe sinistra.
Un aspetto interessante dello strumento è che la tavola, di abete a venature larghe e di taglio tangenziale è ricca di nodi, alcuni dei quali raggiungono la larghezza di un centimetro. A conferma di come in quel periodo non si utilizzassero materie di prim’ordine per la costruzione di contrabbassi.
Il suono di questo strumento non sbalordisce tanto per il volume quanto per eleganza, compattezza e una grande profondità, uniti a una capacità di proiezione veramente invidiabile.